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Campaign description

Contesto.

Nei primi mesi del 2014 è esplosa in Liberia la peggiore epidemia di ebola degli ultimi vent’anni, che si è poi rapidamente diffusa in Sierra Leone e in Guinea. Nell’autunno dello stesso anno l’epidemia aveva già raggiunto livelli di vera emergenza richiamando l’attenzione internazionale per l’elevato pericolo di diffusione e l’elevato grado di infettività. Secondo i dati dell’OMS, dal 18 al 21 settembre del 2014, in Sierra Leone si è toccato il picco di 100 malati al giorno; il 22 ottobre dello stesso anno, vi erano 3.223 casi di contagio confermati (con un incremento di ca. 60 nuovi casi ogni giorno), a cui si aggiungevano 483 casi sospetti e probabili.

La Sierra Leone, come gli altri paesi dell’Africa Occidentale coinvolti, hanno mostrato scarsa capacità di far fronte all’emergenza, con un’insufficiente disponibilità di strutture in grado di offrire una diagnosi tempestiva ed un trattamento sanitario adeguato. L’emergenza ebola ha così causato un vero collasso del già fragile sistema sanitario locale, bloccando di fatto la possibilità di assistere pazienti affetti da altre patologie diverse. Un altro fattore di preoccupazione ha riguardato, inoltre, la sicurezza dello stesso personale sanitario, messa a repentaglio dalla mancanza sul territorio di laboratori di analisi adeguatamente equipaggiati per la diagnosi del virus Ebola.

Nell’autunno del 2014, l’emergenza ebola aveva raggiunto un livello di allarme tale da richiamare l’attenzione di tutti i governi internazionali che si sono attivati per inviare aiuti umanitari sotto diverse forme. Anche l’Italia si è impegnata ad offrire aiuti umanitari alla Sierra Leone attraverso l’Ufficio Emergenza della Direzione Generale della Cooperazione allo Sviluppo del MAECI, il quale ha cofinanziato alcuni progetti di risposta di emergenza tra cui due progetti di Dokita.

 

Il progetto.

L’intervento di Dokita ha avuto luogo nel Distretto di Bombali, il secondo più colpito dall’epidemia dopo quello della capitale Freetown, nel quale si sono registrati ben 94 casi confermati dal 6 al 12 ottobre.

Nello specifico:

  • Sono stati potenziati i servizi sanitari locali (1 Holding centere 12 Primary Health Center) attraverso la dotazione di medicine ed equipaggiamenti medico-sanitari necessari alle attività di diagnosi ed al trattamento del virus ebola.
  • Sono stati rafforzati i sistemi di diagnosi e cura dell’Holy Spirit Hospital della città Makeni, capoluogo del distretto di Bombali.
  • Per sopperire alla mancanza di informazioni e cercare di bloccare la propagazione del contagio, è stata avviata una campagna di sensibilizzazione per informare la comunitàsu cosa sia l’Ebola, come si trasmette, la prevenzione, la sintomatologia e la cura appropriata.

 

Beneficiari.

Nelle strutture sostenute dal progetto Dokita vi è stato un flusso complessivo di circa 500 richieste di assistenza al giorno ed il tasso di risposta dei centri è stato del 100% assicurando assistenza a 18.296 persone.