Educazione

Progetti Senegal: L’autosufficienza alimentare è possibile

Dokita nel 2016 ha dato inizio alle sue attività in Senegal e nel corso di questi anni ha sviluppato progetti nell’ambito della migrazione, creazione impresa, istruzione ed agricoltura.

Nel 2017 attraverso il progetto “Ponti: inclusione sociale ed economica, giovani donne, innovazione e diaspore” sono stati realizzati corsi di formazione professionalizzanti per ragazzi di età compresa dai 18 ai 30 anni provenienti dalle periferie della regione di Dakar ed è stata elaborata una campagna di sensibilizzazione sugli effetti della migrazione.

Dal 2018 ci stiamo occupando di agroecologia e lavoro comunitario attraverso il progetto “SOUFF – Terra: SOstegno e cosvilUppo per il raFForzamento della comunità di Linguère” che persegue i seguenti obiettivi:

  • contribuire al miglioramento delle condizioni di vita della popolazione nella regione di Louga, attraverso la promozione del ruolo della diaspora senegalese in Italia e di un modello imprenditoriale e di sviluppo locale sostenibile;
  • incrementare e diversificare le attività generatrici di reddito a favore degli abitanti del dipartimento di Linguère, attraverso lo sviluppo di un agro-sistema che, grazie al coinvolgimento dell’imprenditoria locale e “di ritorno”, integri la protezione dell’ambiente e la lotta alla desertificazione. Il progetto prevede che, le oltre cento famiglie coinvolte nei lavori agricoli, potranno coltivare autonomamente pomodori, melanzane, peperoncini, bissap, fagioli e arachidi, moringa e tanti altri ortaggi al fine di trasformarli in conserve ed essiccati. Al termine, i prodotti realizzati saranno commercializzati nei principali mercati.

 

 

Ma il lavoro di Dokita in Senegal non finisce qui. Negli anni abbiamo sviluppato – grazie all’aiuto della Caritas Italiana e della Presidenza del Consiglio dei Ministri – una serie di progetti finalizzati al miglioramento dell’offerta formativa attraverso i quali è stata realizzata una biblioteca e sono stati rinnovati gli arredi scolastici. Anche attraverso il sostegno di voi donatori siamo riusciti a mantenere attivo giornalmente il servizio della mensa scolastica e quest’anno, grazie al progetto “Un orto per la scuola ‘Foua II’: sistemi di agricoltura integrata per l’autosufficienza alimentare e lo sviluppo locale nella comunità di Ngueniene – Senegal”, potremo dotare la scuola di un orto che permetterà l`autonomia di quest`ultima nella gestione del servizio di mensa e l’introduzione di un percorso formativo riguardo la nutrizione.

Sul tema nutrizione, l’Istituto di Ricerca Agricola Senegalese (ISRA), ha omologato otto nuove varietà di grano che si dividono in due categorie: il frumento tenero, ricco di glutine e proteina per la produzione del pane e il frumento duro adatto soprattutto alla produzione di pasta.

Il suddetto Istituto, ha tenuto ultimamente una conferenza dal titolo: “Il futuro del grano in Senegal”. In questa occasione, ha ricordato che la produzione mondiale si è attestata a circa 770 milioni di tonnellate nel 2021, pari a quasi il 28% della produzione totale di cereali, ben prima del riso. Il Senegal dipende interamente dalle importazioni e i suoi principali fornitori di grano sono la Russia (50,8%) e la Francia (37,9%), a seguire il Canada, la Lituania e l’Ucraina.

Per queste motivazioni, il Ministero dell’Agricoltura Senegalese ha deciso di coltivare grano per ridurre la dipendenza dalle importazioni di questo cereale, ma anche di incorporare i cereali locali nella lavorazione del pane (Pamiblé).

Con l’aumento dei prezzi mondiali del grano, dovuto alla pandemia di Covid-19 e alla guerra tra Russia e Ucraina, l’Africa deve assolutamente ‘trasformare i vincoli in opportunità’ perché solo l’autosufficienza alimentare potrà aiutare il continente ad uscire da questa situazione, rilevando che c’è il potenziale per farlo, grazie alla sua popolazione a maggioranza giovane, alle sue terre e alle sue acque.

In conclusione, il progetto Foua II, ci permetterà di iniziare a lavorare per combattere il fenomeno della malnutrizione e avrà come beneficiari, non solo gli studenti, ma anche le loro famiglie.

La forza per fare tutto questo ci arriva da voi sostenitori che continuate a credere in noi, arriva dai sorrisi e dalle gioie dei ragazzi che il vostro aiuto lo ricevono e non dimenticano di ringraziarci ogni giorno per l’opportunità di cambiamento che riusciamo a dare loro.

Continuate a sostenerci e a seguirci. Un caro saluto dal Senegal.

INCLUDERE SI PUÒ – UN MONDO CHE ESCLUDE NON PIACE A NESSUNO

Il nostro lavoro per costruire una società più inclusiva per tutti attraverso corsi di formazione, attività ludico-didattiche e sensibilizzazione.

 

DONA ORA

 

Più di quattro anni fa a Terracina (LT) una nostra collega, insieme ad un gruppo di amici, ha deciso di fare qualcosa di concreto per migliorare la condizione delle persone con disabilità. Grazie a Dokita e ad un bando della Regione Lazio in pochi mesi è stato possibile avviare l’iniziativa “Natur-Ability: percorsi di inclusione a favore di giovani con disabilità nel territorio dell’Agro Pontino”.

Con il progetto Dokita garantiamo un’attenzione a tutto tondo ai ragazzi disabili facendoli integrare nella vita sociale con l’obiettivo di promuovere percorsi di inclusione socio-lavorativa in un’area della regione così ricca dal punto di vista storiconaturalistico e così fortemente caratterizzata da gravi deficit nell’erogazione di servizi basilari alle persone con disabilità. L’obiettivo principale del progetto è stato fin dall’inizio quello di ridurre il grado di emarginazione sociale dei ragazzi con disabilità del territorio e promuovere percorsi di inclusione sociale a loro favore.

Diverse sono state le attività intraprese:

• percorsi di “terapia occupazionale” con attività formative in materia di tecniche agricole e di allevamento con lo scopo sviluppare la capacità di agire del disabile, il miglioramento della sua salute e della qualità di vita, facilitandone la partecipazione alla società.
• laboratori di produzione e trasformazione di prodotti alimentari (confetture, sott’oli, sott’aceti, conserve, etc.), valorizzando prodotti tipici della tradizione gastronomica del territorio pontino.
• Realizzazione di un docufilm sul progetto e di alcuni spot di sensibilizzazione sulle tematiche trattate.

Tutte le attività sono avvenute sotto gli occhi attenti dello staff di progetto: responsabile, psicologa, psicoterapeuta, educatrice, formatore, tutor, assistenti.

In questo articolo vogliamo parlarvi in particolare di un’attività svolta dai ragazzi che ha riscosso un grosso successo sui social. Parliamo dello spot di sensibilizzazione sull’inclusione scolastica di ragazzi con disabilità sensoriale (sordità e cecità). Quello che abbiamo voluto far notare è che la capacità di una società di includere i propri membri più vulnerabili e svantaggiati passa attraverso semplici accortezze come, nell’esempio dello spot, la possibilità di inserire nelle classi un insegnante che conosca la lingua dei segni.

La disabilità è un fenomeno relativo, non assoluto, nella misura in cui una persona è considerata tale a seconda delle barriere, fisiche, culturali e mentali che la società stessa crea o abbatte al fine di rendere la propria comunità più inclusiva e accogliente.

Lo spot, in soli trenta secondi, ci racconta questo: un ragazzo normodotato, arriva in ritardo a scuola, entra in classe e, nel vedere l’insegnante usare la lingua dei segni, non riesce a capire nulla a differenza di tutti i suoi compagni “disabili” che invece capiscono benissimo ciò che la professoressa sta spiegando. A questo punto il ragazzo in difficoltà diventa proprio il normodotato.

Guarda subito lo spot: CLICCA QUI

 

 

SE UN MONDO CHE ESCLUDE
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DONA ORA

 

TESTIMONIANZE

“La cosa bella dello spot è stato notare come tutti siamo diversi. Il sentirsi “normale” in realtà dipende dal contesto ed è proprio questo che abbiamo fatto capire ai ragazzi: siamo tutti diversi con le nostre unicità, potenzialità e limiti.” “Lo spot mostra come, con un piccolo accorgimento, ossia la prof specializzata nella lingua dei segni, è possibile includere tutti.” (Sara – Prof dello spot)

“La cosa che mi è piaciuta di piu dello spot è che ti fa capire come è davvero semplice includere tutti. Lavorare con questi ragazzi simpaticissimi è stato emozionante e stimolante. In un certo senso siamo tutti un po’ particolari, io stesso faccio parte dei ragazzi con DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento) essendo discalculico” (Gabriele – Attore dello spot)

“Ho trovato un clima davvero familiare, ci siamo divertiti e le ore delle riprese sono volate. Di questa giornata porterò sempre dentro il clima, le risate e i volti dei ragazzi” (Alessandro – Attore dello spot)

Festival World AgroPontino 2021 – dal 31 luglio e 1° agosto

Dal 31 luglio al 1 Agosto a Terracina va in scena il
FESTIVAL WORLD AGROPONTINO 2021
Un evento multiculturale gratuito ricco di appuntamenti tra musica, spettacoli teatrali, proiezioni cinematografiche dal mondo e laboratori di danza etnica che hanno come filo conduttore la bellezza dell’incontro interculturale.
L’appuntamento sarà anche l’occasione per presentare e approfondire, grazie al contributo di numerosi esperti, i risultati complessivi del progetto “GetAP! Strategie per una cittadinanza globale dell’Agro Pontino” promosso dall’organizzazione umanitaria DokitaOnlus.
A chiudere la kermesse il concerto in anteprima nazionale, dell’Orchestra di Piazza Vittorio, un esperimento interculturale e artistico unico nel suo genere, che per l’occasione presenterà in anteprima nazionale il nuovo spettacolo “Dancefloor”.
📍 L’evento è promosso da Dokita e dalle organizzazioni partner del progetto “Get AP! Strategie per una cittadinanza globale dell’Agro Pontino” (CeSPI, Tempi Moderni, GUS, Progetto Diritti, Caritas Diocesana di Latina, Articolo Ventiquattro) cofinanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. 📍
Saranno due giorni interessanti in cui parlare di inclusione sociale, migrazioni e sviluppo sostenibile nell’Agro Pontino.
Vi aspettiamo numerosi!

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INFO UTILI

🟠 N.B. 🔵Tutte le esibizioni saranno gratuite ma, causa covid, non dimenticare di riservare il tuo posto cliccando sulla sezione “Biglietti”
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honduras dokita

HONDURAS – IL DIRITTO DI RICOSTRUIRSI UN FUTURO

Dokita lavora in Honduras da oltre dieci anni, una tra le organizzazioni umanitarie che opera da più tempo nel paese. L’Honduras è un paese che versa in una situazione di estrema povertà tanto da essere al 132° posto nella lista dei paesi per sviluppo umano, avanti solo ad Haiti nel continente americano (indice comparativo dello sviluppo dei vari paesi calcolato tenendo conto dei diversi tassi di aspettativa di vita, istruzione e reddito nazionale lordo pro capite, divenuto uno strumento standard per misurare il benessere di un paese).

Inoltre l’Honduras ha anche un alto tasso di omicidi. Circa 40 per 100.000 abitanti, ovvero più di 4.000 vittime di morte violenta ogni anno. La violenza, purtroppo, prospera nei contesti in cui c’è forte povertà, molteplicità di problemi sociali, mancanza di lavoro, forte corruzione e grandi violazioni di diritti umani.

Negli anni Dokita ha realizzato progetti finanziati da Caritas e Chiesa Valdese per formare donne e giovani in attività produttive, ed ha appoggiato il centro Don Bosco, nella periferia della capitale Tegucigalpa in un’area ad alta incidenza criminale e di forte coinvolgimento dei giovani in bande chiamate maras, vere e proprie organizzazioni mafiose molto sanguinarie.

La storia recente ci ha mostrato come, di fronte alla violenza criminale lo Stato abbia risposto con altrettanta violenza e spesso violando gli elementari diritti umani della popolazione. Non è un caso che varie associazioni siano attive per supportare azioni volte al rafforzamento dello stato di diritto e per il rispetto dei diritti umani. Nel 2011 l’Unione Europea ha appoggiato Dokita con un progetto pluriannuale di formazione professionale a donne recluse nel carcere di Tegucigalpa e nello stesso tempo migliorare la situazione di diritti che sarebbero dovuti già essere riconosciuti all’interno della struttura.

Da qualche mese Dokita ha concluso un importante progetto sul miglioramento dell’accesso alla giustizia di gruppi più vulnerabili. Abbiamo lavorato per migliorare le condizioni di vita e per il rispetto delle tutele dei detenuti appoggiando anche le differenti pastorali carcerarie della Caritas. Il progetto, cofinanziato dall’Istituto Italiano per l’America Latina, si è concluso con molto successo nel 2020 e si rivolgeva soprattutto ai giovani in conflitto con la legge. Oltre ad aver costruito un modulo abitativo per i giovani residenti del Centro di Jalteva, abbiamo fornito l’attrezzatura per un laboratorio di panetteria e un altro di formazione professionale. Inoltre, assieme all’Istituto Nazionale per la Gioventù Infrattora (INAMI), è stato realizzato un protocollo di attenzione per gli operatori in modo da salvaguardare i diritti dei giovani e proiettare il periodo di privazione della libertà in un momento riabilitativo e formativo e non solo un inutile castigo.

Negli anni abbiamo organizzato una rete di organizzazioni che collaborano per la preparazione di una proposta di legge sulla giustizia restaurativa da presentare in Parlamento, cosi come l’organizzazione di corsi e formazioni a funzionari.

Da oltre un anno stiamo realizzando il progetto JUSTAMENTE Riforma del sistema penale minorile e modelli innovativi di prevenzione terziaria per la diffusione della cultura riparativa in Honduras finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo in consorzio con la ONG MLAL, Fondazione Don Calabria e Antigone. Questo progetto appoggia il sistema di giustizia minorile cercando di migliorare i meccanismi di attenzione ai giovani e promuove pratiche alternative alla detenzione. Stiamo organizzando corsi di specializzazione in giustizia penale minorile per giudici, difensori pubblici e polizia e sono previste tante altre attività a favore di questi giovani svantaggiati. Il progetto si concluderà nel 2022 e si estenderà su tutto il territorio nazionale. Dokita è diventato un punto di riferimento in questo ambito e collabora con molte istituzioni del governo come INAMI e Conaprev (comitato nazionale contro la tortura) e con organismi non governativi come il CPTRT (Centro contro la tortura).

Come se non bastasse, la pandemia di coronavirus non ha risparmiato l’Honduras, infatti le restrizioni – dato che molte famiglie vivono di un’economia informale e di piccoli ricavi giornalieri – hanno provocato importanti danni economici riducendo alla povertà vari settori della popolazione. La percentuale di decessi, rispetto a tante altre nazioni resta più basso, superando di poco i 4000 su una popolazione di 9 milioni di abitanti.

Anche per i ragazzi con cui lavoriamo il disagio è stato grosso. Per ragioni di sicurezza sanitaria le visite dei familiari sono state sospese, ma fortunatamente il ministero di giustizia ha deciso di far tornare a casa, dalle proprie famiglie, circa la metà dei giovani reclusi, riducendo così il numero di detenuti a poco più di 200. Grazie a queste strette misure messe in atto i centri pedagogici nei quali lavoriamo non hanno registrato contagi.

 

PERÙ, IL RACCONTO DELLA NOSTRA COOPERANTE

Dokita dal 2002 in Perù si è concentrata principalmente sulla realizzazione di azioni di sostegno socio-educativo nella provincia di Huarochiri, in particolare a Santa Eulalia. In queste zone la maggior parte delle famiglie è sostenuta da attività agricole e zootecniche. Il basso tasso di scolarizzazione e l’alta percentuale di disoccupazione nella zona, ha aumentato esponenzialmente il tasso di povertà. Tante famiglie sono state costrette a migrare dalla città alle comunità rurali o a cercare sostegno attraverso l’aiuto delle organizzazioni.

Noi del team Dokita in Perù, abbiamo potuto vedere con i nostri occhi le dinamiche che hanno spinto queste famiglie a cambiare vita alla ricerca di un reddito minimo che permetta la loro sussistenza familiare. È triste e scioccante sentire le testimonianze di bambini che raccontano le ore di cammino che devono fare quotidianamente in mezzo alle montagne, tra pioggia e freddo, con l’unico obiettivo di raggiungere l’aula per imparare a leggere e scrivere. Ci troviamo di fronte ad una realtà che non è riflessa negli indici economici che il Perù mostra al mondo, c’è un Perù pieno di bisogni, un Perù che ha bisogno di grande collaborazione affinché la popolazione non sia colpita da fame, malnutrizione, anemia e altre malattie.

Durante questo periodo di emergenza abbiamo chiesto a Angela Castañeda, nostra cooperante in Perù per sapere come i bambini e le famiglie stanno vivendo questa delicata situazione.


Angela raccontaci in cosa consiste il progetto che Dokita ha realizzato in Perù ?

Un caro saluto a tutti i lettori e sostenitori di Dokita. Voglio subito ringraziarvi di cuore per l’aiuto che ci date e che ci permettete di dare a tante persone meno fortunate. Tutti i beneficiari, dopo aver ricevuto il nostro supporto, ci ringraziano attraverso un gesto o un sorriso di gratitudine. Una gioia che vale la pena ricevere dopo il lavoro, la pianificazione e lo stress legato agli sposatmenti.
In Perù, in particolare nell’area urbana di Santa Eulalia e nella valle circostante – che comprende 22 villaggi montani – in stretta collaborazione con la Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione, Dokita ha costruito il centro IDEAL (Instituciòn de Desarrollo Alternativo Laboral) all’interno del quale vengono gestiti corsi di formazione professionale, di integrazione sociale/lavorativa per gruppi vulnerabili e vengono offerti diversi progetti educativi che negli anni hanno raggiunto più di 5.000 soggetti a rischio.
Queste aree, isolate dai grandi centri urbani, sono caratterizzate da un estremo tasso di povertà e vulnerabilità che rendono impossibile per la popolazione accedere ai servizi primari.
Dal 2011, Dokita è presente nel paese con una propria sede nella città di Lima.

Come ha influito l’emergenza Covid?

La pandemia covid-19 si è fatta sentire in Perù all’inizio di marzo e dopo qualche ora il governo ha decretato subito lo stato di emergenza sanitaria a livello nazionale, a partire dal 16 marzo 2020, imponendo l’isolamento sociale e limitando i diritti delle persone in materia di mobilità e vita sociale. Inoltre i confini sono stati chiusi sia per i peruviani che per gli stranieri.
Come in Italia, al fine di mitigare gli effetti e la diffusione della pandemia, sono state limitate le attività economiche, ad eccezione di quelle essenziali, ossia quelle legate al cibo, alle forniture mediche, al personale sanitario e alle forze dell’ordine pubblico. A giugno il Governo ha poi avviato un piano di riattivazione economica che ha progressivamente autorizzato diverse attività a riprendere le proprie funzioni, aderendo e accreditando l’attuazione dei protocolli di sicurezza.
A causa dell’elevato aumento della disoccupazione, le famiglie che abitavano abitualmente in città sono state costrette a rientrare nelle loro comunità contadine dove le condizioni di alloggio, cibo e istruzione non sono sempre soddisfatte.
Il Ministero dell’Istruzione, da marzo ad oggi, ha sospeso le lezioni frontali a livello nazionale, che sono state sostituite da classi virtuali. Purtroppo questa tipologia di gestione non è fattibile nelle zone in cui opera Dokita, a causa delle difficoltà di connettività esistenti nelle zone rurali.
In questo scenario, durante gran parte del periodo di pandemia, lo sviluppo delle attività nella provincia di Huarochiri è diminuito.
Fino al 21 novembre 2020 ci sono stati quasi 950.000 contagiati, di cui circa 870.000 già dimessi e 35.000 purtroppo deceduti.

Sappiamo che in Perù viene data molto importanza a “La giornata dei bambini”. Come sono andati i festeggiamenti quest’anno?

Il Congresso della Repubblica del Perù, con una legge del 2002, aveva scelto la seconda domenica di aprile come data ufficiale per festeggiare “La Giornata dei Bambini” ma successivamente è stato stabilito che si sarebbe festeggiata la “terza domenica di agosto”, che è la data in cui si festeggiano in generale tutti i bambini.

Lo scorso Agosto, visto lo stato di emergenza, le diverse istituzioni pubbliche e private non hanno sviluppato le attività di celebrazione. Le norme stabilite dal governo non consentivano assembramenti, così ogni famiglia ha celebrato la festa nell’intimità del proprio nucleo familiare. Solitamente i festeggiamenti si svolgono con massicce attività organizzate nei comuni che, oltre a celebrare i bambini del Perù, consentono di promuovere e sensibilizzare la società al benessere e ai diritti dei bambini nel mondo.

Approfitto di questa domanda per sottolineare che, nonostante le attuali avversità, dobbiamo essere consapevoli che i bambini sono il futuro del Perù. Il futuro del paese dipende da loro ed ecco perché, secondo me, ogni giorno dell’anno dovrebbe essere la Giornata dei Bambini.

 

 

In questi mesi il centro IDEAL ha messo a disposizione il suo personale, i suoi spazi e le sue competenze per essere d’aiuto alla popolazione locale. La speranza è che la situazione in Perù e nel mondo migliori presto e che il centro torni a fornire tutti i servizi che svolge ormai da anni. Inutile dire che la crisi ha fatto diminuire i fondi da poter inviare su questo ormai stabile progetto e per questo vi chiediamo di continuare ad aprire il vostro cuore scegliendo di sostenerci. Farlo significa dare respiro alle famiglie a basso reddito, aiutare bambini e adolescenti che mostrano ogni volta gioia ed emozione nel ricevere piccole attenzioni dal nostro personale. Vuol dire dimostrare con azioni concrete che la generosità e la gentilezza delle persone esiste.

 

Progetto GetAP! – I nuovi incontri (26, 28 e 30 Ottobre)

Il nostro impegno continua!

I passi già compiuti…

Nell’ambito del progetto Get ap! Strategie per una cittadinanza globale dell’Agro Pontino, abbiamo già realizzato cinque incontri nelle città di Fondi (04/12/2019), Formia (05/12/2019), Sabaudia (11/12/2019), Terracina (12/12/2019) e Latina (17/12/2019), con la partecipazione di rappresentanti delle istituzioni e della società civile, per un momento di confronto su alcune tematiche collegate al fenomeno migratorio e intrecciate con lo sviluppo sostenibile a livello locale e transnazionale.

Da questo momento di confronto e co-progettazione, dall’esperienza diretta e dalla sensibilità dei partecipanti ai Tavoli Multistakeholders, è emersa la fotografia di cinque realtà diverse, quelle delle città visitate, in tutta la sua concretezza e complessità: precarietà di vita e carenza di soluzioni e strutture adeguate, difficoltà nella mediazione linguistica e culturale, assistenza sanitaria insufficiente e sfruttamento sul lavoro… ma anche solidarietà, impegno e tanta voglia di mettersi in gioco.

 …e i passi ancora da compiere, insieme!

 ed è proprio da questa fotografia che ripartiremo, dopo la parentesi Covid e quella estiva, per nuovi confronti, anche alla luce dei recenti avvenimenti che hanno stravolto il mondo intero, nel tentativo di favorire l’individuazione di eventuali strategie e / o soluzioni da mettere in campo per una gestione più umana e solidale della questione dell’immigrazione e dell’inclusione sociale dei migranti.

 

Gli incontri online si terranno

  • Lunedì 26/10/2020 alle ore 18:00 – Giovani e Nuove Generazioni
  • Mercoledì 28/10/2020 alle ore 18:00 – Accoglienza e Integrazione
  • Venerdì 30/10/2020 alle ore 18:00 – Lavoro e Sviluppo Locale

 

GetAP_TRACCE TAVOLO GIOVANI

GetAP_TRACCE TAVOLO ACCOGLIENZA

GetAP_TRACCE TAVOLO LAVORO

 

*Per partecipare* 

A causa delle restrizioni anti-contagio, non ci sarà possibile riunirci fisicamente come per i precedenti incontri, ma ci incontreremo virtualmente in una delle stanze online di Google Meet – la piattaforma di Google per le riunioni online.

 

Invieremo il link tramite mail a tutti coloro che si registreranno all’evento, per questo abbiamo bisogno di alcuni dati

 

–  Nome _________________ Cognome _________________

–  Istituzione rappresentata (facoltativo)  _________________

–  Indirizzo mail al quale si desidera ricevere il link _________________

–  Numero di telefono _________________

– Tavolo/i di interesse (siete i benvenuti su tutti i tavoli disponibili)

  • Giovani e Nuove Generazioni
  • Accoglienza e Integrazione
  • Lavoro e Sviluppo Locale

 

 

Aspettiamo la vostra mail di conferma!

A presto con GetAp!

Dokita in Italia: avviato il progetto “Get AP! Strategie per una cittadinanza globale dell’Agro Pontino”

Continua l’impegno, di Dokita in Italia, nello specifico nel territorio dell’Agro Pontino a favore delle fasce più svantaggiate della popolazione, attraverso il progetto “Get Ap! Strategie per una cittadinanza globale dell’ Agro Pontino”, promosso dall’ AICS – Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo all’interno del “Bando per la selezione di iniziative di sensibilizzazione ed educazione alla cittadinanza globale proposte da organizzazioni della società civile e soggetti senza finalità di lucro-dotazione finanziaria 2018”.

Dokita, insieme ad altre associazioni presenti sul territorio come CeSPI, Tempi Moderni, Gruppo Umana Solidarietà (GUS), Associazione Progetto Diritti Onlus e Caritas Diocesana di Latina-Terracina-Sezze-Priverno e Articolo Ventiquattro, ha deciso di partecipare a questo bando presentato il progetto Get Ap! per contribuire a contrastare il forte aumento dei fenomeni di discriminazione nel territorio.

Il territorio dell’Agro Pontino e del Sud Pontino, periferia rurale meridionale della regione Lazio, difatti si caratterizza per un crescente tasso di discriminazione rilevabile nella quasi totale assenza di servizi specifici dedicati alla crescente popolazione migrante; nei diffusi fenomeni di gestione illegale delle migrazioni e nella escalation di episodi di razzismo. La provincia di Latina è la seconda nel Lazio per numero di stranieri residenti (52.642 unità pari al 9,1% della popolazione) e negli ultimi tre anni il numero dei richiedenti asilo è aumentato.  Nonostante la situazione nel territorio non sono presenti servizi pubblici informativi e di orientamento per gli immigrati, anzi si sta diffondendo lo sfruttamento lavorativo e il caporalato, la gestione illegale del fenomeno migratorio per quanto riguarda l’accoglienza, i maltrattamenti e abusi, e il dato più allarmante è l’aumento degli episodi di razzismo (+400% rispetto al 2017, cfr. Cronache di ordinario razzismo) commessi dai giovani.

Dokita è presente in questo territorio dal 2017 con attività e progetti volti alle fasce più vulnerabili della popolazione per favorire la loro l’inclusione sociale e la tutela dei loro diritti. Nello specifico Dokita sta portato avanti progetti a favore di ragazzi disabili favorendo così la loro inclusione socio sociale; da anni inoltre è attivo uno Sportello Legale che offre agli immigrati assistenza e tutela legale e dei corsi di formazione per facilitare la loro inclusione alla vita socio economica del territorio.

Secondo Dokita i modi per contrastare questo fenomeno, promuovere le opportunità di partecipazione alla vita sociale e favorire un cambiamento culturale è, da una parte, aumentare le occasioni di approfondimento e scambio interculturale partendo soprattutto dalle scuole per dare maggiori strumenti di comprensione delle dinamiche di sviluppo globale, dall’altra consolidare, mettere in rete le organizzazioni egli enti della società e rafforzare i servizi per promuovere strategie di sviluppo del territorio e iniziative di cooperazione.

Attraverso questo progetto Dokita e le altre associazioni partner hanno previsto di:

  • coinvolgere i giovani delle scuole superiori di II grado di Latina, Sabaudia, Terracina, Fondi e Formia, in percorsi di formativi e di sensibilizzazione;
  • Rafforzare i servizi locali di informazione, di tutela socio legale e di potenziamento associativo in favore dei migranti

L’obiettivo di queste attività è quello di sensibilizzare la cittadinanza sul tema della migrazione, agire sulla sensibilità delle nuove generazioni attraverso diverse attività, come sport e cultura per creare una società inclusiva e sostenibile; e favorire l’integrazione e l’inclusione nel tessuto socio economico dei migranti prevenendo così i fenomeni di sfruttamento

Progetto PONTI. Una vetrina per condividere i risultati e le esperienze

Da due anni Dokita è partner del progetto Ponti, promosso dalla ONG ARCS in Senegal per sostenere i piccoli produttori nella lotta contro la desertificazione, lo spopolamento e per differenziare le attività produttive.

Storicamente luogo di immigrazione dall’Africa Occidentale, il Senegal è ormai diventato un paese d’emigrazione. Tra i fattori che spingono a migrare, la scarsità di opportunità di impiego dignitoso, i cambiamenti climatici, la desertificazione e il conseguente deterioramento dell’ambiente. Dalle statistiche demografiche si evince che il 70% della popolazione ha meno di 30 anni e nella fascia d’età dai 20 ai 54 anni c’è un evidente deficit di popolazione maschile che migra altrove. Inoltre, un grave problema sociale è quello dei Talibè: minori provenienti da famiglie povere in aree rurali che vengono affidati alle Daara (scuole coraniche) e in cambio di vitto e alloggio sono costretti a mendicare. Infine, la discriminazione di genere nell’attribuzione di incarichi professionali qualificati e la scarsa capacità di assorbimento del mercato del lavoro ostacolano l’impiego femminile.

Questi giorni conclusivi del progetto sono ricchi di occasioni festa e di condivisione in cui, insieme ai partner di progetto, ai produttori, e alle tante organizzazioni della società civile attive sul territorio e alle autorità locali (Comuni, Camere dei Mestieri, ANPEJ) coinvolte nel percorso, abbiamo voluto creare una vetrina per portare a conoscenza delle comunità i risultati concreti del lavoro svolto insieme.

È stata un’occasione di scambio per capire insieme da dove ripartire, interrogandoci sui diversi ruoli degli attori coinvolti nella promozione di dinamiche di sviluppo locale.