Nel mese di agosto 2018 le piogge monsoniche hanno investito lo Stato del Kerala, situato nella parte meridionale dell’India con violente piogge che hanno inondato case e strade e fatto crollare ponti. Centinaia di villaggi sono stati spazzati via, circa 10mila chilometri di strade e migliaia di case sono state rase al suolo. Le zone più colpite sono i villaggi rurali, con abitazioni spesso costruite in paglia e legno.

Il caos senza precedenti causato dalle alluvioni ha provocato miseria infinita e devastazione.

Il bilancio delle vittime è stato di più di 400 morti. Le precipitazioni hanno provocato una catastrofe. Strade allagate, simili a corsi d’acqua, persone che tentano di ripararsi sui tetti, squadre di tutte le forze armate impegnate nelle operazioni di soccorso. Migliaia di persone sono bloccate sui tetti delle proprie abitazioni senza cibo, acqua o servizi igienici. Molte zone del Kerala sono diventate come un unico grande lago.

1,4 milioni gli sfollati, molti ospitati in 3800 campi, che ora attendono di poter tornare nelle abitazioni sommerse, da dove l’acqua si sta lentamente ritirando, lasciando ovunque fango e detriti.

La Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione in India, è presente con diverse strutture situate nel Kerala. Si tratta di strutture di accoglienza per circa 400 ragazzi che non sono autosufficienti, con disabilità intellettive e psichiche, di scuole primarie e secondarie, di centri post universitari per fornire istruzione e formazione di alto livello. La CFIC inoltre sostiene numerose famiglie e comunità che si trovano nei 14 distretti del Kerala. Tutte le comunità della Congregazione e i confratelli che studiano in luoghi diversi sono al sicuro e sani ma moltissime case sono sott’acqua e i membri delle famiglie di trovano nei campi profughi.

“La macchina del governo sta cercando di combattere con le forze della natura: battaglioni militari, forze del governo dello stato e ONG sono attivamente impegnati nel salvare la vita della gente in questo momento. In seguito, i governi, sia al centro che nello Stato, dovranno impegnarsi nel lavoro di riabilitazione delle persone colpite. Tutta la comunità è in prima linea per dare soccorso con cibo, vestiti denaro e riparo. Ma purtroppo l’aiuto finanziario e materiale fornito non è sufficiente ed è inadeguato a compensare le gravi perdite. In India c’è bisogno di tutto l’aiuto e il sostegno possibile per alleviare le sofferenze e ricostruire lo Stato.”

Questa è la richiesta che il Superiore Generale della CFIC in India P. Saji Muthirenthickal, ha inviato a noi di Dokita e a tutti i nostri sostenitori.

Lo stato del Kerala ha bisogno del nostro aiuto, insieme possiamo fornire un aiuto concreto a tantissime persone in difficoltà.

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Dokita Onlus, dopo le prime fasi di risposta all’emergenza mirati a salvare vite umane, opera nelle emergenze con una visione a lungo termine, incoraggiando la ricostruzione sia economica che sociale delle popolazioni colpite, apportando, non solo un aiuto umanitario, ma intervenendo sulle cause che hanno determinato la catastrofe o il conflitto.

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