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Buone Vacanze!

Buone Vacanze a tutti i nostri amici, sostenitori, collaboratori e volontari!

I nostri uffici saranno chiusi dal lunedì 6 agosto 2018 a venerdì 24 agosto 2018.

Ci rivediamo al rientro dalle vacanze con nuovi progetti e diverse novità.

E’ online la nuova Area Riservata

A partire da quest’anno è disponibile un nuovo servizio dedicati a tutti i nostri sostenitori. Si tratta della nuova Area Riservata nata per facilitare le principali operazioni legate alle donazioni. E’ un piccolo passo in avanti che ci auguriamo possa rendere il sostegno verso la nostra associazione ancora più soddisfacente.

Di cosa si tratta?

Si tratta di un area riservata online da cui si può accedere dalla pagina www.dokita.org/area-riservata/. Entrando nell’area riservata sarà possibile consultare lo storico delle proprie donazioni e scaricare direttamente online il documento di riepilogo delle donazioni effettuate. Sarà quindi possibile stampare in piena autonomia il documento da presentare al proprio CAF/Commercialista.

Come si accede?

Per accedervi è necessario effettuare il login inserendo le proprie credenziali di accesso. È possibile trovare le proprie credenziali nella card sostenitore inviata all’inizio dell’anno.

Se non hai ricevuto la card con le credenziali di accesso o per eventuali dubbi relativi al login dell’area riservata, puoi contattare Giulia Rodriguez del nostro ufficio sostenitori dal lunedì al venerdì dalle ore 10.00 alle ore 13.00 al numero 06/66155158, oppure scrivere a comunicazione@dokita.org.

 

Libero il giornalista Del Grande: Dokita condivide la gioia della famiglia

Il giornalista Gabriele Del Grande è libero. Dopo una detenzione in Turchia, questa mattina ha fatto ritorno in Italia. Dokita condivide la gioia della famiglia e esprime il suo sollievo per come si è conclusa la vicenda: ogni limite alla libertà di informazione e di espressione rappresenta una grave violazione alla libertà di tutti.

L’arresto

Del Grande, 35 anni, originario di Lucca, il 9 aprile è fermato in Turchia nella provincia sud-orientale di Hatay, al confine con la Siria: secondo le autorità non ha il permesso stampa per svolgere la sua attività giornalistica. Il suo obiettivo era quello di raccogliere materiale per scrivere “Un partigiano mi disse”, un libro sui profughi siriani finanziato direttamente dai lettori attraverso il crowdfunding.

La detenzione

Detenuto in un centro di espulsione, Del Grande non ha la possibilità di parlare con un avvocato né è informato sui motivi del fermo. Solo il 18 aprile riesce a chiamare casa e in segno di protesta inizia uno sciopero della fame e della sete. La Farnesina annuncia l’invio del console italiano a Mugla.

La mobilitazione

Le istituzioni italiane chiedono immediatamente il rilascio di Del Grande e il 21 aprile il giornalista incontra il console italiano a Smirne Luigi Iannuzzi e il suo legale turco Taner Kilic. Intanto in Italia si moltiplicano gli appelli e le manifestazioni per la sua liberazione.

Il rilascio

Ad annunciare il suo rilascio è stato il ministro degli Esteri Angelino Alfano in tweet. Gabriele è arrivato questa mattina all’aeroporto di Bologna. “Sono stato vittima di una violenza istituzionale. Quello che mi è successo è illegale, un giornalista privato della libertà mentre sta svolgendo un lavoro in un Paese amico. Un pensiero caro a tutti i detenuti e ai giornalisti che in Turchia e in altri Paesi sono in condizioni peggiori della mia. Ora vado a mangiare, dopo sette giorni di sciopero della fame ne ho bisogno”, ha detto appena sceso dall’aereo ai giornalisti. “Ancora non ho capito perché sono stato fermato. Ci tengo a dirlo che non mi è stato torto un capello e nessuno mi ha mai mancato di rispetto. Sono stato fermato da agenti in borghese. Ho saputo che sarei stato liberato stanotte”.

Chi è Del Grande

Oltre ad essere un giornalista, è anche il fondatore del blog Fortress Europe, che dal 2006 raccoglie e cataloga tutti gli eventi riguardanti le morti e i naufragi dei migranti nel Mediterraneo. È la principale attività di monitoraggio del fenomeno su scala europea. Del Grande è anche il regista di “Io sto con la sposa”, docufilm del 2014 finanziato dal basso, sulla vera vicenda di un gruppo di profughi siriani accompagnati in Svezia.

Fin dal primo giorno dell’arresto, Dokita ha seguito la vicenda di Del Grande con apprensione. Negli ultimi anni, infatti, Dokita ha aumentato il suo impegno per difendere i diritti umani dei migranti, tema caro a Del Grande, e delle persone detenute: nel 2015 ha avviato un progetto per migliorare le condizioni di vita dei carcerati nel Penitenziario Maschile di Tegucigalpa in Honduras. attraverso la ristrutturazione edile e la formazione professionale. A Latina, invece, nel 2016 ha promosso la tutela dei lavoratori stranieri con il progetto IM-Formati, finanziato dal Centro Servizi per il Volontariato (CESV-SPES), in cui veniva offerta assistenza legale gratuita a 50 migranti.

Alluvioni in Perù, il bilancio finale dei danni e la raccolta fondi di Dokita

Continua la raccolta fondi per aiutare le persone che hanno perso tutto durante le alluvioni in Perù. I bambini e le famiglie sostenute con i progetti di Dokita sono in salvo.

Le forti piogge che hanno devastato il Perù nelle scorse settimane sono finite ma l’emergenza continua. Secondo i dati ufficiali del Centro de operaciones de emergencia national, 90 persone hanno perso la vita, mentre 860mila hanno subito danni alle proprie abitazioni. Il bilancio finale conta più di 14mila case distrutte, 40 scuole e 13 centri sanitari cancellati. Sono state danneggiate le fognature e le infrastrutture per l’erogazione di acqua e energia elettrica. La rete viaria è distrutta per un’estensione di oltre 16mila chilometri e questo rende ancora difficili gli spostamenti. Le famiglie che vivono lungo i fiumi straripati sono state le più colpite: attualmente sono costrette a dormire all’aperto senza poter accedere all’acqua potabile. Il rischio è che si possano diffondere epidemie ed infezioni

Dokita ha deciso di avviare una raccolta fondi straordinaria per aiutare la popolazione.  La nostra cooperante Angela Castañeda Ponce ha visitato le aree colpite per portare immediati aiuti. Tutti i bambini  e le famiglie sostenute tramite il sostegno a distanza e il progetto  S.O.S. Niños stanno bene e sono in salvo.  Dokita sta inoltre collaborando con il COIPE (Organizzazione delle ONG italiane in Perù) per coinvolgere tutte le ONG italiane presenti nel paese, coordinare un intervento organico ed avviare un piano di emergenza.

Aggiornamenti alluvioni in Perù

Continuano incessanti le piogge che dal 31 gennaio stanno colpendo il Perù, causando inondazioni e provocando danni di proporzioni colossali.

Aumenta il numero delle persone colpite e delle strutture danneggiate: i dati ufficiali rilasciati da OCHA  (Office for the Coordination of Humanitarian Affairs) il 20 marzo dichiarano che sono oltre 627 mila le persone colpite, tra cui 75 morti e 263 feriti. Fino ad oggi circa 10 mila case sono state distrutte e 12 mila sono inagibili, 85 scuole e 24 ospedali fortemente danneggiati.

L’emergenza, però, non sta riguardando soltanto i forti rovesci che hanno ingrossati i fiumi ma anche l’acqua potabile, difficile da reperire, per sta nascendo il rischio che si propaghino infezioni ed epidemie.

Tra i paesi confinanti con il Perù è partita una corsa alla solidarietà: Cile, Colombia, Ecuador e Paraguay  stanno inviando i primi aiuti umanitari, tra cui cibo, acqua e altri beni di prima necessità (kit alimentari, da bagno, coperte ecc.).

In questa situazione di emergenza, Dokita ha deciso di aumentare il suo impegno nei confronti della popolazione peruviana con una raccolta fondi straordinaria. Rimaniamo costantemente in contatto con la cooperante locale Angela Castañeda Ponce, la quale sta visitando le aree colpite per portare immediati aiuti. Tutti i bambini  e le famiglie sostenute tramite il sostegno a distanza e il progetto  S.O.S. Niños sono in salvo, nonostante sia ancora difficile valutare l’entità dei danni alle strutture. Dokita sta inoltre collaborando con il COIPE (Organizzazione delle ONG italiane in Perù) per coinvolgere tutte le ONG italiane presenti nel paese, coordinare un intervento organico ed avviare un piano di emergenza.

 

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Alluvione Perù

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Dokita Onlus

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Alluvione Perù
Termini

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Alluvioni in Perù, parte la raccolta fondi di Dokita

Dopo le forti alluvioni che hanno colpito il Perù, Dokita ha deciso di avviare una raccolta fondi a sostegno della popolazione.

Oltre 75 morti, 800 città colpite e 100mila sfollati: è il bilancio delle devastanti alluvioni che hanno interessato il Perù in queste settimane. Dokita, presente nella zona di Santa Eulalia e nel distretto di Chosica con il progetto S.O.S. Niños  e con il sostegno a distanza di 52 bambini , ha deciso di avviare una raccolta fondi straordinaria per aiutare la popolazione.

La situazione in Perù.

Le piogge hanno interessato maggiormente la costa settentrionale del Paese. Almeno 600 mila persone hanno subito danni, molte zone sono isolate da giorni e senza acqua corrente. Anche un nostro collaboratore ha perso la casa. La cooperante locale Angela Castañeda Ponce sta cercando di visitare le aree colpite per portare immediati aiuti. Dokita sta inoltre collaborando con il COIPE (Organizzazione delle ONG italiane in Perù) per coordinare un intervento organico ed avviare un piano di emergenza coinvolgendo tutte le ONG italiane presenti nel paese.

La raccolta fondi.

In questa situazione di emergenza,  Dokita aumenta il suo impegno in Perù con una raccolta fondi straordinaria. L’associazione da anni porta avanti un programma di sostegno all’infanzia che mira ad assicurare il diritto all’istruzione e l’accesso ad un’alimentazione sana per i bambini della Valle di Santa Eulalia. Inoltre, promuove il sostegno a distanza dei minori nei villaggi più poveri della zona di Chosica. Dokita è in continuo contatto con i cooperanti che portano avanti i nostri progetti di assistenza e nei prossimi giorni continueremo a fornire aggiornamenti sulla situazione.

 

Allo shortcode manca un valido attributo ID del modulo di donazione.

Minori non accompagnati, Dokita: “Approvare subito la legge”

Dokita si unisce all’appello rivolto alle istituzioni da parte di diverse associazioni per chiedere l’immediata approvazione in Parlamento della legge sui minori non accompagnati.  

Dopo un iter legislativo di tre anni, la prima legge che tutela i minori stranieri non accompagnati è giunta a un punto di svolta. A fine febbraio il testo, a firma Pd, è passato al Senato, ma ora è tornato nuovamente alla Camera dei Deputati per l’approvazione definitiva.

Il rischio di un nuovo stallo.

Dokita si unisce all’appello rivolto ai capigruppo e ai presidenti di Camera e Senato da numerose organizzazioni che si occupano di minori (Actionaid Italia, Ai.Bi. Amici dei Bambini, Amnesty International Sezione Italiana, Caritas italiana, Centro Astalli, Consiglio Italiano per i Rifugiati, Cnca, Comitato italiano per l’Unicef, Comunità di Sant’ Egidio, Emergency, Oxfam Italia, Save the Children Italia, Terre des Hommes Italia) per evitare un nuovo stallo.

Secondo gli ultimi dati del Ministero dell’Interno, nel 2016 i minori non accompagnati arrivati nel nostro Paese sono stati oltre 26mila, il doppio rispetto al 2015. Dokita esorta le istituzioni ad approvare quanto prima la legge. Ogni ulteriori attesa espone il minore non accompagnato al rischio di cadere nella rete dello sfruttamento e delle organizzazioni criminali.

Cosa prevede la legge.

La proposta di legge n.1658 è stata presentata per la priva volta nel 2013 e ha l’obiettivo di ridisegnare l’accoglienza e la tutela per i minori stranieri che arrivano soli nel nostro Paese. Il testo sancisce il divieto di respingimento; prevede la permanenza di 30 giorni in strutture destinate ai minori, dove entro dieci giorni saranno identificati con una procedura identica in tutta Italia

Uno dei capisaldi della legge è l’affidamento di ogni minore ad un tutor personale. Verrà creato un albo per i tutor volontari a cui potranno iscriversi privati cittadini, selezionati e adeguatamente formati, da parte dei garanti regionali per l’infanzia e l’adolescenza. Si istituisce, inoltre, un Sistema informativo nazionale dei minori non accompagnati presso il Ministero del lavoro e si rafforzano alcuni diritti quali l’assistenza sanitaria e i percorsi formativi e didattici. Inoltre, ci saranno specifiche tutele per i minori vittime di tratta e veranno promossi accordi bilaterali e programmi con i Paesi di origine e partenza.

Approvato il Reddito di Inclusione, la soddisfazione di Dokita

Dokita, da sempre a fianco delle persone più bisognose, esprime soddisfazione per l’approvazione del Piano Nazionale per il contrasto alla povertà.

Finalmente l’Italia ha approvato una legge per il contrasto alla povertà. Questa mattina il Senato ha dato il via libera al cosiddetto Rei, il Reddito di inclusione. Dokita, da sempre a fianco degli ultimi e dei più bisognosi, non può che essere soddisfatta per una legge che mira ad eliminare le disuguaglianze nella nostra società. Il nostro Paese, infatti, era l’unico Stato in Europa a non avere uno strumento universale contro l’indigenza. Un “passo storico”, l’ha definito il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti, “che colma un vuoto annoso nel sistema italiano di protezione degli individui a basso reddito”. Ecco cosa prevede la legge.

Quali sono le novità della legge?

La legge delega approvata al Senato prevede l’introduzione del Reddito di inclusione, il riordino delle  prestazioni di natura assistenziale finalizzate al contrasto alla povertà,  delle misure a sostegno della genitorialità e per i disabili e gli invalidi.

A chi è rivolto il Reddito di inclusione?

È rivolto a tutti i cittadini italiani e stranieri residenti in Italia che hanno non superano un certo livello di reddito e che sono disposti a seguire programmi di inserimento lavorativo. L’obiettivo è quello di fare uscire dalla povertà i 4,6 milioni di persone che in Italia, secondo l’Istat, sono in una condizione di indigenza assoluta. Con il Rei saranno aiutati circa 250-300mila famiglie, fino a 1,5 milioni di persone e 500mila minori. In totale saranno stanziati un miliardo e 150 milioni nel 2017, a cui vanno aggiunti i fondi non spesi lo scorso anno, per un totale di circa 1,6 miliardi.

Cosa prevede il piano di contrasto alla povertà?

Con il Piano nazionale al contrasto alla povertà lo Stato si impegna a prendere in carico il singolo o la famiglia in difficoltà attraverso l’attivazione di servizi sul territorio di residenza, l’inserimento al lavoro e la cura delle eventuali necessità soci-sanitarie. Sono previsti anche accordi con gli enti locali e con le associazioni del Terzo settore per contrastare la povertà.

Quanti soldi riceveranno le persone in difficoltà?

Le persone in condizione di miseria assoluta riceveranno da un minimo di  552 euro al mese a un massimo di 819 euro. Una famiglia di 4 persone potrà avere al mese fino a 1.534 euro. In questa prima fase, però, viste le risorse stanziate, il contributo sarà ridotto intorno a un massimo di 480 euro al mese per nucleo familiare.

Quando entrerà effettivamente in funzione?

Il Governo ha sei mesi di tempo per approvare i decreti attuativi. Tra settembre e l’inizio del 2018 il Rei sarà, dunque,  operativo.

Migranti, terremoto e solidarietà: storie di accoglienza reciproca

Nella Fattoria Sociale Montepacini 18 richiedenti asilo lavorano insieme a 16 ragazzi con disabilità intellettiva e motoria. Il terremoto del centro Italia aveva causato gravi danni alla struttura, ma grazie ai fondi di Dokita, la Fattoria Sociale ha potuto proseguire le sue attività.

Sono arrivati in Italia scappando da guerre, carestie e povertà. Hanno chiesto asilo al nostro Paese, ma oggi sono loro ad offrire sostegno ai sedici ragazzi con disabilità intellettiva e motoria delle Fattoria Sociale Montepacini di Fermo. Armati di pala e zappa, diciotto richiedenti asilo dello Sprar e del Cas (centro di accoglienza straoridinaria) del Comune lavorano ogni giorno i 13 ettari di terra, messi a disposizione dalla cooperativa La Talea e dalla onlus La Fattoria Sociale. Una storia di amicizia e accoglienza reciproca: i migranti hanno la possibilità di dare un contributo concreto all’intera comunità e, allo stesso tempo, riscoprono il calore e la gioia di far parte di una piccola famiglia. Michele, Vanessa e gli altri ragazzi ospiti del centro sono riusciti a restituire un senso di appartenenza a chi ha lasciato per sempre la propria patria.

Dopo il terremoto che ha devastato il centro Italia, Dokita si è immediatamente attivata per avviare una raccolta fondi da destinare all’assistenza delle persone con disabilità ospitate nel centro socio-educativo e riabilitativo della Fattoria Sociale Montepacini. Grazie al denaro raccolto, la struttura ha potuto proseguire le sue attività e ad accogliere anche due giovani disabili provenienti da Visso.

“Il progetto ha l’obiettivo di inserire i richiedenti asilo, che hanno dai 18 ai 40 anni, in un percorso formativo sull’agricoltura sociale”, spiega Marco Marchetti, portavoce della Fattoria Sociale. Insieme ai ragazzi con disabilità, i migranti lavorano la terra, potano gli alberi, fanno lavori di manutenzione e si dedicano all’orto. Tra poco torneranno ad occuparsi degli animali che hanno dovuto dare via dopo che il terremoto ha distrutto i loro ricoveri. “I migranti hanno costruito una recinzione per le galline e presto inaugureremo anche uno spazio per accogliere i cavalli e somari”.

Partecipano anche a laboratori musicale,  di cucina e sul cioccolato. “I richiedenti asilo cucinano spesso per noi: i risultati non sempre apprezzati da tutti, ma è momento di condivisione e di convivialità a cui nessuno vuole rinunciare”. Ma non solo. “Abbiamo creato una squadra di calcio, la Soccer Dream Montepacini. Tre ragazzi, provenienti da Gambia, Costa D’Avorio e Niger, sono diventati un punto di riferimento per tutti i nostri calciatori. La loro sensibilità permette ai nostri ragazzi con disabilità di esprimersi al meglio anche sotto il profilo sportivo. Noi non facciamo un campionato speciale per disabili, le squadre che affrontiamo sono formate da normodotati: per questo i nostri successi valgono doppio”.

Il Vice Ministro degli Affari Esteri, Mario Giro, incontra a Youndè le ONG italiane operanti in Camerun

Con la visita ufficiale del Presidente Mattarella nel 2016, l’Italia aveva preso l’impegno di rafforzare il partenariato economico con il Camerun. Dal 12 al 16 febbraio 2017 il Vice ministro degli Affari Esteri, Mario Gino, ha compiuto un nuovo viaggio a Youndè, in occasione del lancio del programma umanitario italiano nel lago Ciad, confermando la volontà del nostro paese di rispondere prontamente alla crisi umanitaria che sta colpendo il Camerun.

In questo momento storico, infatti, soprattutto l’area nord del Camerun e il Lago Ciad stanno affrontando una grave emergenza umanitaria causata dall’avanzamento del gruppo terroristico Boko Haram. Secondo L’Onu sono circa 21 milioni le persone colpite da violenze. E’ una situazione molto complessa dove più di 150mila nigeriani si sono rifugiati in Camerun, Ciad e Niger, mentre circa l’ 80% degli sfollati interni sono stati accolti dalla popolazione locale in piccoli villaggi, dove però la povertà è molto diffusa (fonte: Vita.it).

L’interesse dimostrato dall’Italia in questi ultimi anni nei confronti dell’Africa è concreto. Circa 70 imprese italiane, interessate ad investire nel paese, incontreranno i rappresentanti del Governo e gli imprenditori locali per promuovere la partnership tra i due paesi. La presenza del Vice ministro in queste aree rappresenta la volontà del nostro paese di voler contribuire per la ripresa sociale ed economica del Camerun attraverso un partenariato con gli attori locali.

Durante la sua visita, il Vice Ministro, ha inoltre incontrato tutte le principali ONG italiane operanti in Camerun in una assemblea dove ha partecipato anche Dokita Onlus con i suoi rappresentati: Padre Sergio Ianeselli, missionario storico della Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione, e Pantaleo Rizzo, project officer di Dokita in Camerun.