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Minori non accompagnati, Dokita: “Approvare subito la legge”

Dokita si unisce all’appello rivolto alle istituzioni da parte di diverse associazioni per chiedere l’immediata approvazione in Parlamento della legge sui minori non accompagnati.  

Dopo un iter legislativo di tre anni, la prima legge che tutela i minori stranieri non accompagnati è giunta a un punto di svolta. A fine febbraio il testo, a firma Pd, è passato al Senato, ma ora è tornato nuovamente alla Camera dei Deputati per l’approvazione definitiva.

Il rischio di un nuovo stallo.

Dokita si unisce all’appello rivolto ai capigruppo e ai presidenti di Camera e Senato da numerose organizzazioni che si occupano di minori (Actionaid Italia, Ai.Bi. Amici dei Bambini, Amnesty International Sezione Italiana, Caritas italiana, Centro Astalli, Consiglio Italiano per i Rifugiati, Cnca, Comitato italiano per l’Unicef, Comunità di Sant’ Egidio, Emergency, Oxfam Italia, Save the Children Italia, Terre des Hommes Italia) per evitare un nuovo stallo.

Secondo gli ultimi dati del Ministero dell’Interno, nel 2016 i minori non accompagnati arrivati nel nostro Paese sono stati oltre 26mila, il doppio rispetto al 2015. Dokita esorta le istituzioni ad approvare quanto prima la legge. Ogni ulteriori attesa espone il minore non accompagnato al rischio di cadere nella rete dello sfruttamento e delle organizzazioni criminali.

Cosa prevede la legge.

La proposta di legge n.1658 è stata presentata per la priva volta nel 2013 e ha l’obiettivo di ridisegnare l’accoglienza e la tutela per i minori stranieri che arrivano soli nel nostro Paese. Il testo sancisce il divieto di respingimento; prevede la permanenza di 30 giorni in strutture destinate ai minori, dove entro dieci giorni saranno identificati con una procedura identica in tutta Italia

Uno dei capisaldi della legge è l’affidamento di ogni minore ad un tutor personale. Verrà creato un albo per i tutor volontari a cui potranno iscriversi privati cittadini, selezionati e adeguatamente formati, da parte dei garanti regionali per l’infanzia e l’adolescenza. Si istituisce, inoltre, un Sistema informativo nazionale dei minori non accompagnati presso il Ministero del lavoro e si rafforzano alcuni diritti quali l’assistenza sanitaria e i percorsi formativi e didattici. Inoltre, ci saranno specifiche tutele per i minori vittime di tratta e veranno promossi accordi bilaterali e programmi con i Paesi di origine e partenza.

Approvato il Reddito di Inclusione, la soddisfazione di Dokita

Dokita, da sempre a fianco delle persone più bisognose, esprime soddisfazione per l’approvazione del Piano Nazionale per il contrasto alla povertà.

Finalmente l’Italia ha approvato una legge per il contrasto alla povertà. Questa mattina il Senato ha dato il via libera al cosiddetto Rei, il Reddito di inclusione. Dokita, da sempre a fianco degli ultimi e dei più bisognosi, non può che essere soddisfatta per una legge che mira ad eliminare le disuguaglianze nella nostra società. Il nostro Paese, infatti, era l’unico Stato in Europa a non avere uno strumento universale contro l’indigenza. Un “passo storico”, l’ha definito il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti, “che colma un vuoto annoso nel sistema italiano di protezione degli individui a basso reddito”. Ecco cosa prevede la legge.

Quali sono le novità della legge?

La legge delega approvata al Senato prevede l’introduzione del Reddito di inclusione, il riordino delle  prestazioni di natura assistenziale finalizzate al contrasto alla povertà,  delle misure a sostegno della genitorialità e per i disabili e gli invalidi.

A chi è rivolto il Reddito di inclusione?

È rivolto a tutti i cittadini italiani e stranieri residenti in Italia che hanno non superano un certo livello di reddito e che sono disposti a seguire programmi di inserimento lavorativo. L’obiettivo è quello di fare uscire dalla povertà i 4,6 milioni di persone che in Italia, secondo l’Istat, sono in una condizione di indigenza assoluta. Con il Rei saranno aiutati circa 250-300mila famiglie, fino a 1,5 milioni di persone e 500mila minori. In totale saranno stanziati un miliardo e 150 milioni nel 2017, a cui vanno aggiunti i fondi non spesi lo scorso anno, per un totale di circa 1,6 miliardi.

Cosa prevede il piano di contrasto alla povertà?

Con il Piano nazionale al contrasto alla povertà lo Stato si impegna a prendere in carico il singolo o la famiglia in difficoltà attraverso l’attivazione di servizi sul territorio di residenza, l’inserimento al lavoro e la cura delle eventuali necessità soci-sanitarie. Sono previsti anche accordi con gli enti locali e con le associazioni del Terzo settore per contrastare la povertà.

Quanti soldi riceveranno le persone in difficoltà?

Le persone in condizione di miseria assoluta riceveranno da un minimo di  552 euro al mese a un massimo di 819 euro. Una famiglia di 4 persone potrà avere al mese fino a 1.534 euro. In questa prima fase, però, viste le risorse stanziate, il contributo sarà ridotto intorno a un massimo di 480 euro al mese per nucleo familiare.

Quando entrerà effettivamente in funzione?

Il Governo ha sei mesi di tempo per approvare i decreti attuativi. Tra settembre e l’inizio del 2018 il Rei sarà, dunque,  operativo.