
Lunedì 31 ottobre è andata in onda l’ottava puntata di “Pechino Express – Le civiltà perdute”, il noto reality show che vede come protagoniste otto coppie che si sfidano lungo un percorso di circa ottomila chilometri per raggiungere, a tappe che richiedono tre-quattro giorni di viaggio ciascuna, una determinata meta.
I viaggiatori, prossimi ormai alla fine del loro percorso, sono arrivati in Messico. Ad aggiudicarsi la prima tappa nel Paese è stata la coppia degli innamorati, risultando a tutti gli effetti i primi semifinalisti del programma.
Lory Del Santo e Marco Cucolo hanno deciso di donare i 5.000€ della vincita della puntata a Dokita.
La donazione verrà impiegata a favore del Progetto Minori in America Latina. Il progetto ha come obiettivo principale il contrasto della criminalità giovanile e la tutela dei diritti degli adolescenti in America Latina.
In Honduras verrà promossa la formazione tecnica e professionale dei giovani in disagio socio economico di alcune delle zone più vulnerabili del Paese per facilitarne l’ingresso nel mondo del lavoro e ridurne la vulnerabilità sociale ed economica nonché il rischio che possano essere reclutati dalle gang criminali giovanili, molto diffuse in Honduras.

Il 21 ottobre Dokita, in collaborazione con la ong Re.Te e con l’Istituto Italo Latino Americano – IILA, ha presentato lo studio realizzato nell’ambito del progetto “Minori e Giustizia”. Il rapporto, consegnato alle istituzioni del sistema di giustizia minorile in Honduras, contiene una mappatura delle organizzazioni pubbliche e private presenti sul territorio attive nel campo della prevenzione della violenza minorile.
La collaborazione di RE.TE Ong e Dokita ha permesso di approfondire una maggiore conoscenza delle realtà locali in vista di una possibile implementazione futura di misure detentive alternative per i minori coinvolti in azioni che abbiano ricadute penali. Lo studio ha identificato 176 organizzazioni e 265 programmi volti al reinserimento sociali di bambini e adolescenti tra i 12 ed i 18 anni.
Dallo studio è emersa, inoltre, la necessità di incrementare le risorse da destinare alle politiche pubbliche per i giovani in situazioni di conflitto con la legge, potenziando da un lato il personale dedicato al monitoraggio continuo di nuovi casi sul territorio e dall’altro il ruolo dei meccanismi istituzionali per favorire efficaci misure alternative alla detenzione.
A conclusione, le Organizzazioni autrici dello studio, hanno espresso la necessità di avviare un processo di individuazione, classificazione e standardizzazione delle misure alternative alla detenzione in relazione alla gravità dei reati e crimini commessi dai minori. In tal modo, sostengono gli autori dello studio, sarà possibile calcolare e regolare un percorso specifico di reinserimento sociale ad hoc per ogni caso tratato. Infine, il DINAF (Dirección de Niñez, Adolescencia y Familia ) in coordinamento con i giudici di esecuzione ha riscontrato l’utilità della definizione dei processi di monitoraggio qualitativo dell’efficacia delle misure alternative.
Per maggiori informazioni visita la pagina del nostro progetto.
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