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Camerun bambina

CAMERUN: LA GIOIA DI CAMBIARE LA VITA DEI BAMBINI

In Camerun essere un bambino disabile significa non avere la possibilità di accedere ai servizi medici e fisioterapici, non poter frequentare la scuola e non poter ricevere un’adeguata assistenza. Il 23% delle persone dai 2 ai 9 anni vive con almeno un tipo di disabilità sopraggiunta a causa di malattie come polio, malaria, lebbra e morbillo.

A causa della mancanza di strutture sanitarie adeguate attrezzate per accogliere bambini con bisogni speciali, la maggior parte dei bambini con fragilità vengono spesso emarginati dalla società e rifiutati anche dalle loro famiglie.

Per questo motivo, noi di Dokita, insieme ai missionari della Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione, abbiamo deciso di offrire supporto integrale ai bambini disabili offrendogli cure, istruzione e assistenza per l’inserimento nella loro società. Siamo presenti in Camerun dagli anni 70 con tre centri, il Foyer de l’Esperance a Sangmelina, il Foyer Perè Monti di Ebolowa e il Centro Prohandicam di Yandoù e grazie al loro svolto dai nostri missionari e operatori abbiamo aiutato tanti bambini con disabilità.

 

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ALCUNE STORIE A LIETO FINE

 

LA STORIA DI CECILIA

Cecilia, è stata una delle tante bambine ospiti al Foyer de l’Esperance a Sangmelima. È arrivata da Suor Laura, la nostra responsabile del Foyer, con entrambi i piedi ritorti, una grave malformazione congenita che in Camerun è molto frequente a causa della malnutrizione infantile. Grazie a Suor Laura, Cecilia è stata visitata da un dottore e ha intrapreso il suo percorso di riabilitazione per poter iniziare a camminare con le sue gambe. È stata ospite del Centro fino alla fine delle superiori, successivamente ha frequentato l’Università. Attualmente si trova in Polonia dove ha iniziato a lavorare e a vivere autonomamente.

 

 

LA STORIA DI EKOTTO BENJAMIN

Ekotto Benjamin, ha 24 anni. A 5 anni ha perso entrambi i genitori e ha passato la sua infanzia a casa della nonna insieme alla sorella. È arrivato al Foyer de l’Esperance da adolescente con diversi problemi. A causa della malnutrizione ha avuto, fin dalla nascita, forti mal di testa, problemi di attenzione e apprendimento e non riusciva a seguire le lezioni. Al Foyer ha iniziato a frequentare un corso di calzoleria per imparare a riparare scarpe, sandali, ma anche protesi e ausili per le persone con disabilità. Ora Ekotto ha finito il corso e riesce a lavorare autonomamente. Da poco Suor Laura
gli ha offerto uno spazio vicino al Foyer per trasformarlo nel suo negozio personale.

 

 

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PERÙ, IL RACCONTO DELLA NOSTRA COOPERANTE

Dokita dal 2002 in Perù si è concentrata principalmente sulla realizzazione di azioni di sostegno socio-educativo nella provincia di Huarochiri, in particolare a Santa Eulalia. In queste zone la maggior parte delle famiglie è sostenuta da attività agricole e zootecniche. Il basso tasso di scolarizzazione e l’alta percentuale di disoccupazione nella zona, ha aumentato esponenzialmente il tasso di povertà. Tante famiglie sono state costrette a migrare dalla città alle comunità rurali o a cercare sostegno attraverso l’aiuto delle organizzazioni.

Noi del team Dokita in Perù, abbiamo potuto vedere con i nostri occhi le dinamiche che hanno spinto queste famiglie a cambiare vita alla ricerca di un reddito minimo che permetta la loro sussistenza familiare. È triste e scioccante sentire le testimonianze di bambini che raccontano le ore di cammino che devono fare quotidianamente in mezzo alle montagne, tra pioggia e freddo, con l’unico obiettivo di raggiungere l’aula per imparare a leggere e scrivere. Ci troviamo di fronte ad una realtà che non è riflessa negli indici economici che il Perù mostra al mondo, c’è un Perù pieno di bisogni, un Perù che ha bisogno di grande collaborazione affinché la popolazione non sia colpita da fame, malnutrizione, anemia e altre malattie.

Durante questo periodo di emergenza abbiamo chiesto a Angela Castañeda, nostra cooperante in Perù per sapere come i bambini e le famiglie stanno vivendo questa delicata situazione.


Angela raccontaci in cosa consiste il progetto che Dokita ha realizzato in Perù ?

Un caro saluto a tutti i lettori e sostenitori di Dokita. Voglio subito ringraziarvi di cuore per l’aiuto che ci date e che ci permettete di dare a tante persone meno fortunate. Tutti i beneficiari, dopo aver ricevuto il nostro supporto, ci ringraziano attraverso un gesto o un sorriso di gratitudine. Una gioia che vale la pena ricevere dopo il lavoro, la pianificazione e lo stress legato agli sposatmenti.
In Perù, in particolare nell’area urbana di Santa Eulalia e nella valle circostante – che comprende 22 villaggi montani – in stretta collaborazione con la Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione, Dokita ha costruito il centro IDEAL (Instituciòn de Desarrollo Alternativo Laboral) all’interno del quale vengono gestiti corsi di formazione professionale, di integrazione sociale/lavorativa per gruppi vulnerabili e vengono offerti diversi progetti educativi che negli anni hanno raggiunto più di 5.000 soggetti a rischio.
Queste aree, isolate dai grandi centri urbani, sono caratterizzate da un estremo tasso di povertà e vulnerabilità che rendono impossibile per la popolazione accedere ai servizi primari.
Dal 2011, Dokita è presente nel paese con una propria sede nella città di Lima.

Come ha influito l’emergenza Covid?

La pandemia covid-19 si è fatta sentire in Perù all’inizio di marzo e dopo qualche ora il governo ha decretato subito lo stato di emergenza sanitaria a livello nazionale, a partire dal 16 marzo 2020, imponendo l’isolamento sociale e limitando i diritti delle persone in materia di mobilità e vita sociale. Inoltre i confini sono stati chiusi sia per i peruviani che per gli stranieri.
Come in Italia, al fine di mitigare gli effetti e la diffusione della pandemia, sono state limitate le attività economiche, ad eccezione di quelle essenziali, ossia quelle legate al cibo, alle forniture mediche, al personale sanitario e alle forze dell’ordine pubblico. A giugno il Governo ha poi avviato un piano di riattivazione economica che ha progressivamente autorizzato diverse attività a riprendere le proprie funzioni, aderendo e accreditando l’attuazione dei protocolli di sicurezza.
A causa dell’elevato aumento della disoccupazione, le famiglie che abitavano abitualmente in città sono state costrette a rientrare nelle loro comunità contadine dove le condizioni di alloggio, cibo e istruzione non sono sempre soddisfatte.
Il Ministero dell’Istruzione, da marzo ad oggi, ha sospeso le lezioni frontali a livello nazionale, che sono state sostituite da classi virtuali. Purtroppo questa tipologia di gestione non è fattibile nelle zone in cui opera Dokita, a causa delle difficoltà di connettività esistenti nelle zone rurali.
In questo scenario, durante gran parte del periodo di pandemia, lo sviluppo delle attività nella provincia di Huarochiri è diminuito.
Fino al 21 novembre 2020 ci sono stati quasi 950.000 contagiati, di cui circa 870.000 già dimessi e 35.000 purtroppo deceduti.

Sappiamo che in Perù viene data molto importanza a “La giornata dei bambini”. Come sono andati i festeggiamenti quest’anno?

Il Congresso della Repubblica del Perù, con una legge del 2002, aveva scelto la seconda domenica di aprile come data ufficiale per festeggiare “La Giornata dei Bambini” ma successivamente è stato stabilito che si sarebbe festeggiata la “terza domenica di agosto”, che è la data in cui si festeggiano in generale tutti i bambini.

Lo scorso Agosto, visto lo stato di emergenza, le diverse istituzioni pubbliche e private non hanno sviluppato le attività di celebrazione. Le norme stabilite dal governo non consentivano assembramenti, così ogni famiglia ha celebrato la festa nell’intimità del proprio nucleo familiare. Solitamente i festeggiamenti si svolgono con massicce attività organizzate nei comuni che, oltre a celebrare i bambini del Perù, consentono di promuovere e sensibilizzare la società al benessere e ai diritti dei bambini nel mondo.

Approfitto di questa domanda per sottolineare che, nonostante le attuali avversità, dobbiamo essere consapevoli che i bambini sono il futuro del Perù. Il futuro del paese dipende da loro ed ecco perché, secondo me, ogni giorno dell’anno dovrebbe essere la Giornata dei Bambini.

 

 

In questi mesi il centro IDEAL ha messo a disposizione il suo personale, i suoi spazi e le sue competenze per essere d’aiuto alla popolazione locale. La speranza è che la situazione in Perù e nel mondo migliori presto e che il centro torni a fornire tutti i servizi che svolge ormai da anni. Inutile dire che la crisi ha fatto diminuire i fondi da poter inviare su questo ormai stabile progetto e per questo vi chiediamo di continuare ad aprire il vostro cuore scegliendo di sostenerci. Farlo significa dare respiro alle famiglie a basso reddito, aiutare bambini e adolescenti che mostrano ogni volta gioia ed emozione nel ricevere piccole attenzioni dal nostro personale. Vuol dire dimostrare con azioni concrete che la generosità e la gentilezza delle persone esiste.